Libri e rivelazioni

Al servizio della regina

Sono due anni che non scrivo. Non ci posso credere!

Eppure è così e devo prender atto di quanto ho trascurato di comunicare qualcosa di nuovo ai visitatori del mio sito, il quale avevo promesso sarebbe stato rinnovato. Promessa che finora non sono riuscita a mantenere.

Mea culpa.

Dunque, bando alle scuse per giustificare la mia latitanza davvero troppo lunga, e avanti con le notizie.

Di recente ho rivelato pubblicamente che Alexandra J. Forrest… c’est moi.

La “confessione” è avvenuta nell’ambito della Pinkermesse organizzata da Harlequin Mondadori per celebrare il 30° Anniversario, che ha avuto luogo a Milano il 21 maggio scorso.

Benché aleggiassero sospetti e da tempo si facessero congetture, credo sia stata comunque una sorpresa scoprire che dietro questo pseudonimo straniero si è celata per tanti anni l’autrice di libri alquanto diversi dal “Romance”. Un genere che mi ha dato molte soddisfazioni e mi auguro continuerà a darmene, benché non sia mia intenzione scrivere soltanto storie d’amore. È vero, negli ultimi tempi ho prodotto quasi esclusivamente questo tipo di narrativa, che sebbene sia spesso considerata “leggera” in realtà richiede lo stesso impegno di un qualsiasi romanzo storico, perché le lettrici spaccano il capello in quattro e se ti pigliano in fallo sei fregata.

Perciò non mi è rimasto spazio da dedicare ad altro, fatta eccezione per La Croce di Bisanzio uscito quasi tre anni fa sotto lo pseudonimo di Emma Seymour, ma non ho perso la speranza di riuscire a finire i due romanzi storici a cui lavoro durante qualche pausa. Uno parla di templari, il secondo… beh, per ora preferisco non fare anticipazioni.

Parlerò, invece, e adesso lo posso fare liberamente, del nuovo libro che uscirà a luglio col titolo: Al Servizio della Regina, edito da Harlequin e firmato sempre da Alexandra J. Forrest in copertina, ma con note biografiche rivelatrici, per così dire. Con un balzo di alcuni secoli sono passata dalla Trilogia della Regina Zenobia e dal Medioevo per approdare nell’Inghilterra dell’ottocento sotto il regno della regina Vittoria.

E poi c’è chi dice che non è possibile viaggiare nel Tempo!

Per ovvi motivi editoriali non mi è consentito anticipare alcunché riguardo alla trama, però la pubblicità è più che lecita, anzi doverosa. Tanto più che ora non devo fingere che il libro l’abbia scritto un’altra. Ecco, ciò che mi infastidiva maggiormente e mi procurava anche un certo imbarazzo era proprio questo: parlare di un libro che avevo scritto io in termini elogiativi e in terza persona. Ammetto che un poco ho sorriso, nel farlo. Non sarei sincera se negassi che è stato divertente. Il lato più piacevole dello scrivere sotto pseudonimo è che nessuno si sogna di additare te se il libro non piace. In certo qual modo la finzione protegge. Chiaramente un autore non è autolesionista e persino delle sue opere meno riuscite dirà sempre bene. In fondo i libri sono come figli, per noi. Prodotti che richiedono una lunga gestazione, spesso sofferta, e ci appartengono, nel bene e nel male.

La mia decisione è stata ponderata e non sono pentita. Tuttavia non posso affermare che in futuro non userò ancora pseudonimi per firmare i miei libri, e qualora accadesse spero vi verrà il sospetto che dietro al nome, magari maschile, si nasconda Angela Pesce Fassio.

Forse il prossimo, quel bestseller che voglio scrivere e che mi renderà davvero famosa. Magari anche un po’ ricca, il che non guasterebbe.

Lo so che è lì, dentro di me, e devo solo riuscire a tirarlo fuori.

Presto, spero.

Ciao. Ah, non dimenticate: il libro esce il 1° luglio in tutte le edicole.

Correte a comprarlo!

Rispondi